mi piace vivere in questo Quartiere, mi piace la gente, il profumo del panificio, la gentilezza del farmacista, i piatti di Lorenzo, i gelati di Carol, i sorrisi che incontro tutte le mattine...ma c'è una cosa che non mi piace...è Via Ravecca.
...é...brutta.
qualche tempo fa però mi è venuta un'idea...ho pensato a come potrebbe diventare bella se al posto delle saracinesche abbassate ci fossero negozi di ogni genere sempre aperti con vetrine invitanti e illuminate...da qui il pensiero successivo: ...ma perchè non coinvolgere l'Accademia delle Belle Arti (o chi per lui) e facciamo dipingere finte vetrine su tutte le saracinesche abbassate?
Mi spiego meglio perchè sembra un gioco di parole: visto che è improbabile in un momento come questo di delicata situazione economica generale, che ci sia il coraggio imprenditoriale di avviare un'attività commerciale, potremmo far dipingere (da chi lo sa fare di mestiere) le saracinesche con disegni che riproducano le vetrine di negozi. Finte vetrine, disegnate sulle saracinesche. Ho fatto un rapido giro di domande, e tutti quelli con cui ne ho parlato sono stati favorevoli. Alcuni addirittura entusiasti dell'idea. Ne ho parlato con il Sig. Vecchio, sempre molto attivo sulle iniziative di Quartiere oggi anche con Antonella (la ragazza della palestra di Piazza Sarzano)e l'idea pare che piaccia. Avevo coinvolto un Assessore competente (la Bergamaschi), ma non riesco più a contattarla...
La domanda iniziale però è: voi cosa ne pensate? si tratterebbe di portare l'arte su strada, far diventare Via Ravecca una lunga Galleria d'Arte a cielo aperto, inoltre questo potrebbe essere proposto in comune come progetto pilota per abbellire le vie più truci del nostro centro storico.
Ditemi qualcosa. Non accendetevi solo quando si parla di parcheggi, lo so che ci siete!
Emanuela
Bellissima idea e a quanto ne so anche molto originale! Appoggio ;)
Scritto da: John | 19/11/10 a 14:49
Piace anche a me! Avanti tutta!!!
Scritto da: Marina | 19/11/10 a 15:02
A me via Ravecca piace, le voglio bene, anche così com'è. Come per tutte le cose a cui voglio bene, regalarle qualcosa di bello, perchè no. Purchè si rispetti ci ci vive e ci abita ottima idea.
Scritto da: Luca | 19/11/10 a 16:46
Luca, sono contenta che l'idea ti piaccia...forse tu sei legato a Via Ravecca per dei ricordi, forse ci sei cresciuto...e la guardi oltre che con gli occhi con il cuore. Il mio intento, se sarà possibile realizzarlo, è quello di non snaturare niente, ma di farle un regalo, come dici tu, che la possa rendere più bella.
Scritto da: Emanuela | 19/11/10 a 17:12
Sono d'accordo con Luca, ma anche con Emanuela. Vi appoggio anche io, come possiamo mettere in pratica questa bella idea?
Scritto da: Enrico | 19/11/10 a 17:30
credo che serva l'ok dell'amministrazione comunale (non so quale Assessore) anche se trattandosi di spazi privati forse non è necessario alcun permesso...e lo spero perchè altrimenti i tempi si allungherebbero a dismisura, poi prendere contatto con l'Accademia delle belle Arti per presentare il progetto e vedere se sono disponibili per la realizzazione. Sarà necessario un coordinatore generale che dia continuità e affinità ai disegni...Spero anche di poter contare su un minimo contributo economico dell'amministrazione comunale per coprire almeno le spese dei materiali necessari....a grandi linee la strada è questa.
Comunque...il primo passo è quello che stiamo facendo: verificare se il Quartiere è d'accordo, poi mano a mano vi aggiornerò su quanto accade.
Scritto da: Emanuela | 19/11/10 a 18:03
per decorare il quartiere San Pietro a Prà hanno dipinto un enorme murales... mi pare che per concretizzare questa iniziativa potrebbe essere utile contattare anche coloro che hanno promosso e realizzato quell' opera...
Scritto da: sadik | 19/11/10 a 21:31
a me via ravecca piace così com'è, per me non è brutta
Scritto da: Luca | 19/11/10 a 23:43
in effetti non è brutta è solo un po" spenta... così centrale, corre tra Porta Soprana e Sant"Agostino (due tra le più importanti attrazioni turistiche cittadine), percorsa ogni giorno da centinaia tra studenti e professori del polo universitario, tranquillamente percorribibile a piedi, ricca di locali dove trattenersi per un buon boccone (dalla pizza alla tagliata) e di bar accoglienti, meriterebbe davvero molto, molto di più
Scritto da: sadik | 20/11/10 a 07:15
Sadik ma almeno il sabato svegliati un pò più tardi!
Scritto da: A | 20/11/10 a 09:13
considera di dover svegliare una figlia che prende il treno tutte le mattine (feriali) alle 6,34 per andare a scuola... non ti avevo mai letto "A", piacere...scusami se ti ho rovinato la giornata
Scritto da: sadik | 20/11/10 a 14:47
No e perchè? Anzi ti faccio i complimenti...in effetti alle 7.15 è già mattina inoltrata per te! :))
Scritto da: A | 20/11/10 a 19:52
Ciao io sono il 1° Luca che ha postato sopra, confermo che sono d'accordissimo con l'iniziativa e mi permetto di consigliare di contattare anche architettura dove forse un corso/laboratorio interessato magari c'è.
il 2° Luca è cmq concorde con me sulla non bruttezza di via ravecca forse un pò + freddo all'iniziativa. I miei ricordi di via ravecca sono legati al periodo universitario. Ora vivo lontano ma quando passo di lì mi si stringe sempre il cuore ed è per questo che seguo con piacere il sito che mi consente di seguire le ormai solo vostre faccende. Chissà che un domani non torni a vivere da quelle parti..sicuramente mi gioverò delle vostre buone azioni di oggi perciò.....grazie in anticipo ;-)
Scritto da: Luca | 22/11/10 a 17:06
...avere i soldi per farlo fare a Julian Beever... colletta ?
Scritto da: sadik | 22/11/10 a 22:14
...se solo non fossimo genovesi potrebbe funzionare!
;-)
Scritto da: Emanuela | 23/11/10 a 12:00
io cosa ne penso?....via Ravecca non ha bisogno di plasticismi e/o "falsi d'autore" per esprimere valori diversi da quelli reali, tramite artifizi decorativi fittizi che nulla hanno a che vedere con la zona e il contesto sociale....perchè modificare la verità? una serranda abbassata deve rappresentare una serranda abbassata non un negozio di carne che non c'è, un fioraio che non c'è, una profumeria che non c'è....la volontà di alterare il tessuto sociale e commerciale (quante modifiche pianificate a tavolino!) appartiene (questo è un caso significativo) a persone che non conoscono la zona, che hanno negli occhi solo gli ultimi 20 aa e non il passato...vi rendete conto che l'area è (e diventerà sempre più) un quartiere fantasma, popolato da persone provenienti da altre zone (studenti, professionisti, attività di servizi, ecc) che nulla hanno a che vedere con il contesto storico che si è stratificato naturalmente nel tempo, senza imposizioni piovute dall'alto, decise in sedi lontane dal posto....vi siete mai chiesto quante persone hanno dovuto abbandonare la propria casa x fare posto ai nuovi venuti (vedasi aumento canoni di affitto)????.....meditate, meditate
Scritto da: Mauro EMME | 23/11/10 a 15:09
anche Mauro non è entusiasta
Scritto da: Luca | 23/11/10 a 17:06
allora tu sei Luca 2...giusto?
;-)
Scritto da: Emanuela | 23/11/10 a 17:12
Ricordo bene via Ravecca giusto venti anni fa, allorchè dall'alto venne imposta la facoltà di architettura con il prevedibile "recupero" del quartiere...non mi sembra facesse già allora una gran bella impressione. Rispetto comunque il risentimento di chi si è visto costretto ad allontanarsi dai luoghi dell' infanzia ed ha ben chiari immagini,suoni e aromi legati non già ad una Genova diversa ma ad una diversa sensibilità che tanto più semplice e umana rendeva la reciproca convivenza.
Scritto da: sadik | 23/11/10 a 21:10
Cari Mauro e Luca 2, ciò che dite è vero, ma certe modificazioni sono sempre avvenute e sempre ci saranno, io fui tra i primi che quando fu trasferita architettura, forse 1989/90, + o -, venni a stare lì, ricordo Sammarcanda in piazza Sarzano, Mauro Manis (sei tu?) con la maglia del genoa abbracciato ad un amico, non ricordo chi, con la maglia del DORIA (alè!!) che dimostravano il lato goliardico e sano di due tifoserie rivali, ho conosciuto gli abitanti del luogo che raccontavano il modo di alta qualità sociale con cui lottavano contro il degrado fatto di piccola criminalità, prostituzione eccetera allora presenti e forse in parte ancora oggi. C'era una modo di vivere, una CIVILTA' che sarebbe da insegnare nelle scuole tanto era il grado di tolleranza ma anche di autorevolezza che faceva orgogliosi chi viveva lì, è grazie soprattutto a questo che un intervento come quello della facoltà di architettura ha trasformato il quartiere, alcuni se ne saranno giovati anche economicamente altri meno come in tutte le cose, a mio parere tutto sta nel riuscire a partecipare alle trasformazioni nel modo + "socialista" possibile, poi come diceva un proff. di cui non ricordo il nome "...guardando la facciata di un edificio puoi anche capire il ceto sociale di chi ci vive, difficilmente un povero abita una casa da ricchi anche se è sua la vende e va vivere in una abitazione + vicina al suo ceto..." ho esageratamente semplificato ma credo sia vero, spero che quella CIVILTA' che ho conosciuto rimanga ancora all'infinito ma non possiamo averne certezza possiamo solo sperarlo e cercare di fare il massimo perchè avvenga....ciao Luca 1.
Scritto da: Luca | 26/11/10 a 17:04
....caro Luca 1 ho apprezzato particolarmente il tuo post pur se, in alcune parti, incongruente (l'esempio del ceto sociale abbinato alla facciata dell'edificio fa rabbrividire) e inesatto (anche io conosco il Mauro citato - che fine ha fatto?- ma era storicamente antigenoano)....conosci bene, in ogni caso, la zona e i suoi valori, la sua schiettezza e la sua genuinità e il suo voler essere un posto unico e "particolare" nel grande centro storico genovese...gli abitanti "storici" dell'area hanno sempre rivendicato una titolarità, un vero e proprio "marchio d'origine" da vantare anche nei tempi "sospetti" da te menzionati, nei confronti anche di chi viveva a poche decine di metri dai luoghi (!!!!)...gli stessi sono un pò come degli innamorati gelosi, i quali vedono il loro amore maltrattato e bistrattato da molti che, fino a poco tempo fa, non si sarebbero azzardati "neanche a guardarla di sfuggita"....
Scritto da: Mauro EMME | 27/11/10 a 16:41
Nel "mio" caseggiato erano tutte famiglie "ravecchiesi doc": purtroppo gli anni sono passati e quegli anziani non sono stati rimpiazzati dagli eredi (residenti altrove) che hanno pensato bene di vendere ovvero (i più intraprendenti) di affittare agli studenti. Quegli eredi hanno (giustamente, ingiustamente, problemi loro) pensato solo a lucrare senza chiedersi come mai in tanti ambissero alle loro dimore pur così "dimesse". Succede anche in tanti bellissimi, piccoli centri arroccati tra mare e monti oramai condannati al letargo invernale per riscoprirsi ameni grazie ai nuovi residenti stagionali... chi ha il pane non ha i denti,ecc...
Scritto da: sadik | 27/11/10 a 18:11
Una serranda chiusa che si trasforma in quadro
mi sembra un'idea molto bella. E' indubbio che il quartiere negli ultimi 25 anni ha subito un grandissimo cambiamento ma questo succede a tutto ciò che VIVE non mi sembra un fattore negativo. Sarebbe bello ricorrere alla MEMORIA STORICA degli anziani e dipingere sulle serrande chiuse quello che poteva essere il negozio una volta, sarebbe un po' come farlo rinascere
Scritto da: FMRC | 28/11/10 a 12:39
...poi tutti in piazza Sarzano per la zombie dance...
Scritto da: smarti | 28/11/10 a 16:17
caro Mauro, grazie per le precisazioni, effettivamente la mia memoria in fatto di nomi è molto scarsa, cmq erano due ragazzi del quartiere evito di fare altri nomi se no aggiungo figuraccia a figuraccia.
Riguardo invece il discorso sulla facciata, quello che dice sadik è ciò che intendevo, è un fatto, poi che ti faccia rabbrividire o altro non cambia, naturalmente intendevo non lo stato di manutenzione della facciata ma tipologia e in centro storico non è del tutto vero nel senso che i palazzi con 500 anni di storia richiederebbero un'analisi + precisa ma quello che volevo dire è che nei primi anni '90 si sapeva che sarebbe successo quello che scrive sadik e a mio parere, ci si può fare ben poco ma eccetera eccetera.. ciao Luca 1
Scritto da: Luca | 29/11/10 a 08:56
io penso che una volta tanto sono stati esposti molti concetti interessanti e punti di vista anche diametralmente opposti sull'argomento...
un carrugio come via ravecca non deve per forza essere bello esteticamente anche di sera a serrande chiuse... e poi il bello è relativo... è bello dipingere di fiori tutta la via per renderla più allegra o è bello lasciarla un pò grigia e decadente come è e sono sempre stati i vicoli?
inizialmente ero d'accordo sul fatto che dipingere le saracinesche avrebbe creato un'attrazione in più ad una zona già votata suo malgrado al contesto turistico... pensandoci bene bisogna stare attenti come dicono molti nel blog a non snaturare l'anima del quartiere...
rimango dell'idea che qualcosa si possa fare, ma studiato bene in modo che non sia troppo invasivo... esempio: si potrebbero fare dei piccoli dipinti (magari 1,8 x 1 mt.) invece di dipingere interamente la saracinesca tipo murales e sopratutto con colori non troppo sgargianti (no ai metallizzati o fosforescenti) e con soggetti a tema con magari le tradizioni o la storicità del quartiere (no quindi quadri astratti fuori tema)...
work in progress
Scritto da: apemaya | 30/11/10 a 12:38
....ma che strano....proprio oggi sulle pagine del secolo xix (pag. 6 titolo "A caccia di business nei vicoli. Nei guai i proprietari degli alloggi. Che vivono ad Albaro") un bel servizio di denuncia che avvalla completamente il mio pensiero come sopra espresso...mah, allora aspetto una vostra risposta (avrò mica la sfera di cristallo???)...saluti
Scritto da: Mauro EMME | 02/12/10 a 10:41
Un professore, davanti alla sua classe di filosofia, senza dire parola, prende un barattolo grande e vuoto di maionese e procede a riempirlo con delle palle da golf, quindi chiede agli studenti se il barattolo è pieno. Gli studenti sono d’accordo e dicono di si. Allora il professore prende una scatola piena di palline di vetro e la versa dentro il barattolo di maionese. Le palline di vetro riempiono gli spazi vuoti tra le palle da golf. Il professore chiede di nuovo agli studenti se il barattolo è pieno e loro rispondono di nuovo di si.
Allora il professore prende una scatola di sabbia e la versa dentro il barattolo. Ovviamente la sabbia riempie tutti gli spazi vuoti e il professore chiede ancora se il barattolo è pieno. Anche questa volta gli studenti rispondono con un si unanime. A questo punto il professore dice: “Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita…Le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, i figli, la salute, gli amici, l’amore, le cose che ci appassionano. Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restassero solo quelle, le nostre vite sarebbero ancora piene. Le palline di vetro sono le altre cose che ci importano, come il lavoro, la casa, la macchina, ecc. La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia, non ci sarebbe posto per le palline di vetro né per le palle da golf. La stessa cosa succede con la vita. Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energia nelle cose piccole, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti. Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità: gioca con i tuoi figli, prenditi il tempo per andare dal medico, vai con il tuo partner a cena, pratica il tuo sport o hobby preferito. Ci sarà sempre tempo per pensare alla casa, per ritagliare gli articoli dal Secolo, per rimediare le piccole cose… Occupati prima delle palline da golf, delle cose che realmente ti importano. Stabilisci le tue priorità: il resto è solo sabbia”.
Scritto da: sadik | 02/12/10 a 21:38
a quest'ultima di sadik mi verrebbe da rispondere.... allora parliamo dei parcheggi nel quartiere ih ih ih... povera emanuela non mi sopporterà più... ;-)
Scritto da: apemaya | 03/12/10 a 22:12
apemaya tranquillo/a...non è così.
Scritto da: Emanuela | 04/12/10 a 13:06
mi spiace apemaya ma per un po' di tempo non potrò essere al tuo fianco in questa annosa battaglia; mia moglie ha infatti temporaneamente risolto il problema con quella essenziale praticità delle brave "padrone di casa": sfasciata la macchina
Scritto da: sadik | 05/12/10 a 10:39
Per favore non iniziate adesso con battute del tipo "...donna al volante, pericolo costante..." perchè non è vero. Solo noi abbiamo un modo di condurre l'auto molto più creativo del vostro e non sempre l'automobile sa essere all'altezza!!! la colpa è nella limitatezza delle funzioni dell'auto, non nella guida di tua moglie.
:-)
Scritto da: Emanuela | 05/12/10 a 11:01
caro sadik tutta la mia comprensione... dice bene emanuela, in mano alle donne questi mezzi meccanici rispondono in modo inadeguato... mannaggia!
Scritto da: apemaya | 05/12/10 a 11:34
in effetti la forma assunta da quell' altra auto (parcheggiata in divieto di sosta ma questo non conta per l'assicurazione, il torto è comunque del mezzo in movimento...) era molto creativa
Scritto da: sadik | 05/12/10 a 11:38
Sadik, che culo!
Scritto da: Laura | 06/12/10 a 11:00
il concetto è chiaro, magari poteva essere espresso meglio...
Scritto da: sadik | 21/02/11 a 21:27
... spam...?
Scritto da: emanuela | 21/02/11 a 21:33